Il dimagrimento localizzato: un mito da sfatare con i consigli del PT Fabio Ruzzoli

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Di Romina Russo

Nella maggioranza dei casi, chi decide di intraprendere un percorso fatto di dieta ed allenamento, lo fa mosso dal desiderio di migliorare gli inestetismi di specifiche aree del proprio corpo, quelle maggiormente interessate dalla presenza di adiposità localizzata. Il sovrappeso di un individuo, generalmente, deve essere valutato non solo in relazione alla sua maggiore o minore gravità, ma anche in base alla sua natura di condizione generalizzata, con depositi adiposi distribuiti uniformemente su tutto il corpo e capaci di gonfiare i muscoli conferendo al soggetto un aspetto semplicemente “robusto”, o localizzata, con accumuli di grasso in porzioni specifiche del corpo, ad esempio il girovita negli uomini ed i fianchi nelle donne.

addominali-eliminare-grasso-viscerale-panciaIl grasso localizzato, dunque, varia innegabilmente in funzione del sesso, caratterizzando i maschi con l’obesità di tipo androide o a mela (dovuta alla concentrazione di adipe sull’addome) e le femmine con l’obesità di tipo ginoide o a pera (dovuta alla presenza di accumuli di grasso al di sotto dell’ombelico, sulle natiche e sulle cosce), ma dipende anche dall’età, da fattori genetici, dalla frequenza con la quale si pratica attività fisica, dalla percentuale di grasso corporeo e dai livelli plasmatici di determinati ormoni.

Sul mercato esistono un’infinità di prodotti proposti come soluzioni efficaci per debellare il grasso da aree specifiche del corpo come creme, fasce, impacchi e quant’altro; analogamente, quando si parla di allenamenti si pone spesso l’accento sulla necessità di prediligere un certo tipo di esercizi se si ha la necessità di snellire determinati punti della figura anzichè altri. Se, però, riflettiamo sul fatto che il grasso è contenuto negli adipociti, che tendono a localizzarsi in zone caratteristiche per ciascun individuo ed a ricevere il grasso introdotto con gli alimenti attraverso il flusso circolatorio, il quale, in caso di particolari necessità energetiche, trasporta le riserve di grasso degli adipociti ai muscoli, comprendiamo agevolmente come, da un punto di vista fisiologico, un esercizio mirato non possa rivelarsi più efficace di un allenamento globale, perchè ciò che realmente conta è il dispendio calorico complessivo.

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Nelle palestre è frequente vedere uomini che si sottopongono a sessioni infinite di esercizi per gli addominali e donne che fanno altrettanto per glutei e cosce. Tuttavia, la sollecitazione costante, intensa e limitata solo ad alcune parti del corpo, oltre a non rappresentare una soluzione efficace per snellire i punti critici, rischia di innescare squilibri muscolari tali da poter risultare anche in infortuni molto seri.

Abbiamo voluto chiedere il parere del nostro PT Fabio Ruzzoli, il quale ci ha fornito un’ottima spiegazione:

“Accumuliamo e perdiamo grasso conformemente ad uno schema che è scritto nei nostri geni. Generalmente, quando prendiamo peso, alcuni punti del nostro corpo ingrassano prima, altri dopo. Nel momento in cui iniziamo una dieta, succede l’esatto contrario, ovvero le aree che per ultime hanno accumulato adiposità saranno le prime ad asciugarsi. Questo è il principio del <<First In, Last Out>>. Attualmente non esiste un sistema naturale per perdere grasso in modo localizzato, dunque l’unica soluzione resta la liposuzione.”

Alla luce delle informazioni raccolte, dunque, anche per la rimozione degli inestetismi dovuti agli accumuli di grasso, resta valido il consiglio di valutare un percorso di dimagrimento generale attraverso una corretta alimentazione ed un piano di allenamento che, interessando il corpo nella sua interezza, contribuisca all’aumento della massa magra, allo sviluppo muscolare e, ultimo ma non meno importante, ad un netto miglioramento delle condizioni di salute.