Leggero…ma non troppo: la bufala dei prodotti light

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di Romina Russo

Negli ultimi anni le loro vendite hanno conosciuto un’impennata progressiva e costante, supportata da campagne pubblicitarie martellanti e strategicamente elaborate per far credere al consumatore che il loro impiego rappresenti una garanzia di mantenimento della forma fisica se non, addirittura, di dimagrimento: si tratta dei cosiddetti prodotti light, yogurt, formaggi, bibite, biscotti ed altri alimenti che, con il loro packaging accattivante, quasi sempre di colore bianco e celeste, corredato da forme stilizzate di silhouette perfette e da parole magiche come “forma”, “benessere” ecc., fanno capolino dagli scaffali dei supermercati promettendo miracoli a chi vorrà acquistarli.

cibi_light_dimagrimento-620x350Secondo le norme dell’ Unione Europea, per poter essere definito “light” un prodotto alimentare deve presentare un contenuto nutritivo ed energetico diminuito alimento del 30% rispetto all’equivalente prodotto tradizionale, vale a dire il 30% in meno di calorie e joule. Tale norma, tuttavia, viene facilmente aggirata, ed un’attenta ricerca condotta dalle associazioni dei consumatori in Germania ed Inghilterra, dopo un’attenta analisi e comparazione delle etichette e delle tabelle nutrizionali di numerosi alimenti, ha dimostrato come, nella maggior parte dei casi, le differenze in termini di calorie fra i prodotti standard e la loro versione light fossero minime al punto da risultare del tutto trascurabili e come addirittura, in alcuni casi, determinati prodotti spacciati come dietetici presentassero valori nutritivi ed energetici perfino superiori di quelli dei prodotti non light.

Un caso particolarmente lampante è quello degli yogurt alla frutta: quelli venduti come “light”, ad un’attenta lettura della tabella nutrizionale, presentano indubbiamente un contenuto di grassi inferiore rispetto agli yogurt alla frutta tradizionali, ma i valori degli zuccheri risultano praticamente identici e, aggirandosi tra i 13 ed i 16 grammi di zucchero su 100 grammi di prodotto, non lo rendono esattamente l’alimento a basso contenuto calorico che il consumatore si aspetterebbe.

Nella scelta di un alimento che ci viene propinato come “dietetico”, dunque, è sempre opportuno valutarne l’effettiva validità leggendo con attenzione la tabella nutrizionale e comparandola con quella dell’ omologo articolo non-light.

img1Qualora i valori nutrizionali di un prodotto light dovessero rivelarne la perfetta compatibilità con un regime alimentare ipocalorico, tuttavia è importante tenere a mente alcune considerazioni fondamentali.

Innanzitutto dobbiamo ricordare che molti prodotti vengono etichettati come “light” in quanto presentano un ridotto contenuto di zuccheri, ma al posto di questi ultimi contengono dolcificanti di sintesi spesso utilizzati in quantità massicce per aumentarne la palatabilità. Questi dolcificanti, oltre a non possedere la capacità dello zucchero di prolungare la conservazione degli alimenti, rendendo dunque necessario un considerevole impiego di additivi e conservanti, non placano il desiderio di “dolce” poiché non innescano nel nostro organismo le medesime reazioni che esso ha quando riceve zuccheri “veri” e, di conseguenza, energia, pertanto ci spingono ad un consumo eccessivo (facendo anche scattare un meccanismo psicologico che ci fa sentire autorizzati all’abuso di un prodotto in quanto light), non modificano le nostre cattive abitudini alimentari, lasciando radicata in noi l’abitudine all’esagerazione che si paleserà nuovamente con tutte le sue nefaste conseguenze una volta terminata la dieta e provocano un sensibile aumento della soglia gustativa per la sensazione di “dolce”.

Gli alimenti che ci vengono invece presentati come proposte a ridotto contenuto di grassi, sono il più delle volte realizzati sostituendo la componente lipidica con un pari quantitativo di acqua o con surrogati naturali od artificiali dei grassi. Mentre nel primo caso la massiccia presenza di acqua, rendendo il prodotto più facilmente deperibile richiede un surplus di additivi e conservanti, nel secondo caso, i surrogati dei lipidi possono limitare l’assorbimento di vitamine ed importanti nutrienti e non sono in grado di garantire un senso di sazietà costante e prolungato come quello assicurato dai grassi veri e propri, rendendo così veramente difficile, a lungo termine, la rigida osservanza di una dieta ed esponendo il consumatore ad un rischio maggiore di cedere alle tentazioni.

Tutti i prodotti light, infine, per poter avere un gusto e delle caratteristiche accettabili, vengono sottoposti a lunghi processi di trasformazione nel corso dei quali, la perdita massiccia dei nutrienti fondamentali viene compensata con l’aggiunta notevole di ingredienti artificiali, additivi e conservanti che, di certo, non accrescono la “salubrità” del prodotto finale.

Nella prospettiva di un dimagrimento definitivo, dunque, piuttosto che lasciarsi tentare dagli effetti prodigiosi di prodotti e brand reclamizzati ovunque, è opportuno riflettere sulle proprie abitudini alimentari e mettere in atto un serio lavoro su sé stessi volto a modificarle ed a trasformarle in uno stile di vita sano, in grado di garantire, oltre ad una linea invidiabile, anche una condizione di benessere psico-fisico globale.